Volontariato e testimonianza della carità - ENGIM ONG: il volontariato - Forum Pastorale - La FDM al servizio degli ultimi


Volontariato e testimonianza della carità

 

La comunicazione della fede e la testimonianza cristiana sono costituite da storie di ascolto, di relazione e di dono, con un'attenzione preferenziale per i poveri.

 

Il volontariato, forma moderna del dono e della relazione gratuita,  è una forma di testimonianza cristiana, un'esperienza umana e sociale riconosciuta e che impegna persone e associazioni di diversa cultura e ispirazione.

La 'Carta dei valori del volontariato', stilata dal mondo del volontariato italiano, al termine dell'Anno internazionale dei Volontari proposto dall'O.N.U., qualifica come volontario

 

"la persona che, adempiuti i doveri di ogni  cittadino, mette a disposizione il proprio tempo e le proprie capacità per gli altri, per la comunità di appartenenza o per l'umanità intera. Egli opera in modo libero e gratuito promuovendo risposte creative ed efficaci ai bisogni dei destinatari della propria azione o contribuendo alla realizzazione dei beni comuni".

 

Partendo da presupposti culturali diversi, il volontario agisce, in forma individuale o associata, per il bene comune e un mondo migliore.

 

I Volontari nella cultura e nella società

L'impegno spontaneo da parte di persone e gruppi a favore di una necessità o utilità sociale non è un fatto nuovo o soltanto caratteristico della nostra società: dalle calamità alle pestilenze, dalle mobilitazioni contro le molteplici aggressioni, alle guerre di ogni tipo, dall'aiuto a chi è più debole, a cominciare da donne e bambini, alle raccolte e alle mense per i non abbienti: sempre la storia conosciuta e non scritta dell'umanità è stata costellata da molteplici figure di "volontari" per questa o quella causa, per una necessità sociale o, semplicemente, per un bisogno altrui. Questa dimensione solidale dell'umanità, riconosciuta e promossa da diverse culture e pensatori, ha determinato le caratteristiche attuali della società influenzando il comportamento sociale delle persone.


Alla fine degli anni '60, nel mondo occidentale, emerge il volontariato come fenomeno sociale e non solo relegato al vissuto dei singoli o dei gruppi. Il termine, raramente usato in precedenza, vuole descrivere e rappresentare una convergenza di esperienze, personali e di gruppo, che si esprimono in una gratuita e continuativa disponibilità, oltre l'adempimento dei doveri sociali e professionali, a favore di persone, collettività e contesti sociali in condizione di bisogno.

Hanno destato interesse le molteplici esperienze di persone e gruppi che, non accontentandosi di adempiere al complesso di doveri e oneri della vita sociale, investivano tempo, energie e risorse proprie a favore di altre persone in difficoltà.

 

Il volontariato ha rappresentato un percorso esperienziale di solidarietà vissuta,  attraverso il quale molte persone e gruppi hanno cercato di attuare, nella propria vita e in quella delle realtà coinvolte, una risposta alle istanze di giustizia e di cambiamento sociale.

 La caduta delle ideologie dominanti,  il disincanto rispetto alla via politica al cambiamento, l'affermarsi progressivo delle leggi del mercato nei diversi ambiti della vita sociale, gli egoismi individuali e collettivi, ha comunque posto sempre più in evidenza il potenziale di progresso sociale e culturale che il "volontariato" ha continuato ad alimentare e a trasmettere nella società.


In Italia in particolare, il ventennio 1970-1990 ha visto una crescita esponenziale della cultura e della maturazione sociale e civile del "volontariato" che, in un crescente sforzo verso la promozione integrale dei destinatari del suo aiuto e verso la rimozione delle cause sociali, istituzionali e culturali del disagio, si è sempre riconosciuto come esperienza, individuale o di gruppo, di persone che, adempiuti gli obblighi professionali e sociali, impegnano gratuitamente tempo, capacità e risorse proprie, spontaneamente e con continuità, a favore di persone e collettività in stato di bisogno; coscienti che, accanto a tali esperienze, altre precedenti o successive, affini per alcuni aspetti e diverse per altri, concorrevano al raggiungimento di molti obiettivi comuni.

 

Chiesa e volontariato

La Chiesa Italiana, appena uscita dalla profonda riflessione su se stessa e sulla propria missione fra gli uomini del nostro tempo nel Concilio Vaticano II, colse subito il prezioso patrimonio culturale e di orientamento ideale insito nelle numerose espressioni del volontariato affioranti.

Particolare attenzione è stata poi posta sul volontariato di ispirazione cristiana. Esso infatti, attinge alla propria fede, condivisa nella comunità ecclesiale, l'amore per la persona povera, ferita ed emarginata. Questo amore è la dimensione su cui ogni volontario cristiano fonda il proprio stile di vita e di relazione, oltre che l'esperienza di servizio.

Proprio perché attinto dalla fede, però, l'amore per gli ultimi non può essere patrimonio esclusivo di chi fa volontariato: deve essere piuttosto una ricchezza dell'intera comunità. Se espresso dalla comunità, tra l'altro, l'amore sarà molto più efficace. Il volontario, perciò, non è un operatore cui è delegata l'attività caritativa, ma è piuttosto l'animatore di un servizio che è svolto dall'intera comunità, in vari modi.

Richiamando continuamente la comunità cristiana al suo dovere d'amare, il volontariato contribuisce a farla crescere. Su questi intenti infatti si è concentrato lo sforzo della Chiesa Italiana attraverso gli orientamenti per l'ultimo decennio scorso espressi nel documento programmatico "Evangelizzazione e Testimonianza della Carità".

 

Il volontariato d'ispirazione cristiana nasce da un'idea di persona che è "immagine e somiglianza" di un Dio che entra nella storia con libertà, gratuità e umiltà e che insegna la carità come principio della relazione tra Dio e gli uomini e degli uomini tra loro.

La relazione tra gli uomini assume, in Gesù Cristo, la forma della fraternità: diventa la Chiesa, dove ogni espressione di dono, di servizio libero è la risposta all'amore di Dio e il principio dell'amore umano.

La Carità nel suo duplice volto d'amore per Dio e per i fratelli è la sintesi della vita morale del credente.

In questa prospettiva, ricordando che Gesù è venuto a  evangelizzare i poveri (Mt 11,5; Lc 7, 22), come non sottolineare più decisamente l'opzione preferenziale della Chiesa per i poveri e per gli emarginati? (Cfr.Giovanni Paolo II, Tertio Millennio Adveniente, n.51)

Il volontariato per il cristiano è una delle esperienze nella quale dunque si manifesta e si realizza la Carità intesa come amore per i fratelli, risposta al dono ricevuto da Dio: "Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi i anche voi gli uni gli altri" (Gv 13, 34).

La Chiesa, la comunità cristiana nelle dimensioni diocesane e parrocchiali, vede nel volontariato che nasce da queste motivazioni un segno concreto e visibile dell'Amore di Dio, della Carità evangelica e della scelta preferenziale per i poveri.

Delegazione caritas Lombardia - documento sul volontariato


Il Volontariato Ruolo chiave contro l’indifferenza

Le nuove e vecchie povertà, sempre più frutto dell'indifferenza e della perdita dei valori e della prossimità fra gli uomini, evidenziano il bisogno ineludibile di un aiuto che instauri relazioni umane significative con chi è nel disagio, che, su queste relazioni autentiche, fondi percorsi di speranza, di liberazione e di riscatto avvalendosi di tutte le possibili risorse della solidarietà organizzata e diffusa.

Il ruolo chiave del volontariato riparte dalle persone e dai gruppi che, senza ricerca di tornaconto personale e professionale, offrono agli altri, fuori dai diversi obblighi - di parentela, associativi o mutuali - una condivisione ed una presa in carico del disagio per dare una risposta senza umiliare le risorse ed il legittimo protagonismo di chi soffre rispetto alla propria vicenda di vita personale e familiare.

Quali relazioni significative, continuative e di fiducia possono instaurarsi con chi è nel disagio, sulla base del rispetto di bilanci d'impresa? Questi pur necessari approcci ai problemi degli esclusi acquistano potere ed incidenza nelle situazioni di disagio solo se e quando mediati dall'apporto stimolante e rigenerante di autentiche relazioni d'aiuto basate soprattutto sulla fiducia in chi è nel bisogno e sul sentire quel bisogno come una condivisa condizione di disagio da affrontare e superare insieme: su questo sentire si fonda la gratuità e il dono dei volontari e su questa gratuità si riescono a costruire alleanze di fiducia e di speranza con i poveri della terra e di ogni condizione umana.


E' questa prospettiva e questa alleanza che può fare dei volontari persone esperienzialmente coscienti delle contraddizioni e delle ingiustizie sociali e porli come vigili sensori e propugnatori di giustizia sociale, a fianco di chiunque voglia genuinamente battersi per questa causa!


Il Volontariato per una  cultura di solidarietà

La percezione solidale del disagio altrui come comune retaggio di un'unica condizione umana e sociale condivisa che restituisce alle persone, specie ai giovani, del volontariato il senso profondo di essere cittadini corresponsabili di una terra da amministrare a beneficio dell'intera famiglia umana.

Sono dunque questi i costruttori di un paradigma sociale, forse antico quanto l'uomo, ma fortemente condizionato da ideologie e sistemi economici, che rappresenta già di fatto una solida alternativa alle società moderne fondate sul patto sociale delle osservanze obbligatorie per la civile o pacifica convivenza e delle sfrenate imprese individuali per l'accaparramento di sicurezze e forme di benessere in ultimo fittizie. I volontari sono "più sociali" e "più cittadini" perché fondano la loro esistenza sul paradigma dell'umanità che cresce insieme in condivisione solidale di gioie e dolori.

E' a questi volontari che va il riconoscimento della società organizzata e dello Stato che, se vuole essere anche un sostegno ed un supporto, dovrebbe indirizzare gli sforzi e le risorse verso una offerta formativa qualificante e verso la valorizzazione del loro apporto nelle pieghe degli interventi e delle politiche sociali, dalla loro elaborazione alla loro attuazione e verifica.


…Se non si attuerà ciò che è in nostro potere per rimuovere l'attuale appiattimento sul presente, non sarà certo facile combattere gli esiti individualistici della cultura in cui viviamo.

Infine, noi cristiani, insieme a tutti gli uomini che vivono accanto a noi, dobbiamo sempre essere pronti a discernere ogni forma di idolatria, ogni costruzione della mente umana che sia portatrice di morte e non di vita. Ebbene, nella nostra società sono presenti dei "miti" che vanno smascherati. Il cristianesimo non può accettare ad esempio la logica del più forte, l'idea che la presenza di poveri, sfruttati e umiliati sia frutto dell'inesorabile fluire della storia: Gesù ha annunciato che saranno proprio i poveri a regnare, a precederci nel regno dei cieli. Sono essi i nostri "signori". Su questo punto il cristianesimo non può scendere affatto a compromessi: il povero, il viandante, lo straniero non sono cittadini qualunque per la Chiesa….

(CEI - Orientamenti past. per il primo decennio del 2000)

 

La Spiritualità Del Volontariato

Il volontariato è uno dei possibili segni concreti di uno stile di vita cristiana della persona che informa la propria esistenza a partire da alcuni valori fondativi quali la gratuità, il dono, il rispetto della dignità dell'altro, la condivisione, la sobrietà. In questa chiave, la riflessione che nel decennio scorso ci ha impegnato come Chiesa, con le indicazioni pastorali di "Evangelizzazione e Testimonianza della Carità" e il forte richiamo del Papa contenuto nella "Novo Millennio Ineunte", ci sollecita a mantenere l'esperienza del volontariato d'ispirazione cristiana con la dovuta evidenza, sottolineandone la dimensione spirituale seguendo l'immagine del Buon Samaritano.

L'azione volontaria incarna una scelta di stile di vita imperniata sui valori e sulle esperienze di dono e gratuità. Per il volontariato d'ispirazione cristiana questo è il riferimento valoriale qualificante.

La gratuità non può essere considerata solo come una categoria economica. Non si tratta di contrapporre il servizio gratuito a quello professionale retribuito, ma di dare significato e senso alla gratuità intesa come valore che guida la relazione; che dona in maniera disinteressata; che rispetta l'altro senza obbligarlo alla relazione, senza pretendere una restituzione. La gratuità qualifica la relazione, informa la mentalità dei progetti di vita, è una dimensione qualificante dell'essere cristiani.

Il volontariato si contraddistingue per la sua intrinseca volontà a muoversi verso, ad andare incontro. In questa prospettiva, la reciprocità non è mai intesa come misura della relazione ma come legame che si crea tra le persone in virtù del dono gratuito.

Lo stile del volontario d'ispirazione cristiana, carico del dono dell'Eucarestia domenicale, sceglie la prossimità come stile di vita che arriva a condividere nella sobrietà tempo, cose e ambienti con un'attenzione privilegiata ai più poveri e all'uso dei mezzi poveri, cercando di coinvolgere nell'esperienza di dono la propria famiglia e tutta la comunità cristiana.

La testimonianza cristiana del volontariato in una società che cambia può assumere un ruolo importante nel rendere responsabili e partecipi gli uomini al bene comune e verso una "civiltà dell'amore", con fantasia e creatività. La nuova legislazione sociale affida al volontariato non solo compiti di supplenza ai nuovi servizi alla persona, ma lo vede intervenire ai tavoli territoriali per la programmazione e la gestione dei servizi. Da qui l'impegno a una nuova presenza sul territorio e nella società, in forma individuale e associata, del volontariato d'ispirazione cristiana, perché programmi e risorse siano orientate alla tutela dei diritti della persona.

Il volontariato d'ispirazione cristiana ha bisogno di riqualificarsi e riorientarsi dentro i cambiamenti sociali in atto, mantenendo fondativa la motivazione spirituale dei proprio impegno.

La capacità del volontariato di osservare i bisogni, di ascoltare la domanda, di essere presente capillarmente sul territorio e nelle comunità locali, di costruire ed innescare relazioni interpersonali, di portare all'evidenza bisogni e risposte concrete, di sostenere i diritti, d'interloquire con i soggetti sociali e le istituzioni, rende evidente come il volontariato possa aumentare la coesione sociale, contribuire alla costruzione di uno "spontaneo patto sociale" locale, creare le precondizioni per la costruzione di un discorso politico" che parta da un universo di valori condivisi e non solo dall'esplosione degli interessi* individuali, di gruppo, di categoria.

Il volontariato è uno dei soggetti del Welfare, accanto al Terzo Settore, che ha proprie specificità e differenze rispetto agli altri attori presenti nel sociale (cooperative sociali, associazioni di promozione sociale, fondazioni, enti morali, enti religiosi/ecclesiali). Nel rapporto con il Terzo Settore il volontariato deve salvaguardare e valorizzare il proprio apporto d'originalità, che offre al mondo dei servizi sociali strumenti per un'evoluzione e una forza d'innovazione e creatività fondamentali. In questo senso si può affermare che se il Terzo Settore perdesse il volontariato o lo diluisse in una concezione riduzionistica, perderebbe l'anima stessa che lo aiuta ad essere segno di cambiamento e di ricchezza valoriale.

Nel rapporto con le istituzioni, il volontariato deve poter svolgere adeguatamente e propulsivamente il ruolo di collaboratore nella lettura dei bisogni, nell'individuazione delle priorità, nella programmazione delle politiche di cittadinanza, nella progettazione dei servizi, nella verifica della qualità e del raggiungimento degli obiettivi, denunciando anche carenze e sprechi. Questo compito di sussidiarietà orizzontale realmente partecipativa ha bisogno, oltre a leggi che lo riconoscano, anche di percorsi di consapevolizzaziozione, di formazione e d'accompagnamento che aiutino il volontariato stesso ad esserne attore significativo.

 

I giovani e il volontariato

I volti e le forme dei volontariato ecclesiale, personale, di gruppo o associato, sono molteplici e rivolti a persone e famiglie, realtà del mondo culturale, del tempo libero, del disagio sociale.

Da sempre, con particolare attenzione, il volontariato d'ispirazione cristiana guarda ai poveri e alle persone in difficoltà

Il mondo giovanile, ricco di attese e di risorse, di tempo e di luoghi, di proposte, trova nel volontariato non solo un luogo di servizio originale, ma anche uno spazio significativo di educazione alla fede cristiana e alla cittadinanza solidale.