Il volontario giuseppino - ENGIM ONG: il volontariato - Forum Pastorale - La FDM al servizio degli ultimi


Il volontario giuseppino

 

Durante il Convegno missionario che si e’ tenuto il 23 novembre 2008 a Milano, nella Parrocchia Murialdo è stato presentato un documento di sintesi dal titolo "Il Volontario Giuseppino", frutto del lavoro di molte persone e di precedenti convegni, che ha lo scopo di tracciare utili  linee guida

 

 

IL VOLONTARIO “GIUSEPPINO”

IDENTITÀ E MOTIVAZIONI

 

“Esci dal tuo paese, dalla tua patria,

dalla casa di tuo padre,

verso il paese che io ti indicherò” Gen 12,1

                                

Il laico può e deve essere un apostolo,

non meno del prete e del missionario,

e, per alcuni ambienti, più del prete.

Per il cattolico di oggi l’interessarsi della vita pubblica,

fare dell’azione sociale e cattolica, è un dovere assoluto,

come cittadino, come credente e cristiano.

San Leonardo Murialdo

 

PREMESSA

Obiettivo principale di questo documento è contribuire a delineare i valori, i principi, le scelte che caratterizzano le modalità di impegno richieste ai volontari che operano a favore a diverso titolo nelle realtà giuseppine.

 

ATTEGGIAMENTI INTERIORI

“Togliti i sandali dai piedi,

perché il luogo sul quale tu stai è una terra santa” (Es 3, 5)

 

La scelta del volontariato è fondamentalmente un’opzione personale. E’ la decisione di avere  uno stile di vita che subordina il proprio modo di vivere a valori umani e spirituali. E’ la risposta ad una chiamata personale attraverso la quale il sì detto a Dio è accettare di essere la “incarnazione” dell’Amore del Padre verso il povero, verso l’ultimo, facendosi prossimo ovunque essi siano.

Il volontario giuseppino riconosce ogni uomo, ogni donna ed ogni popolo come “persone” e come realtà umana, ossia come realtà che vanno rispettate nella complessità sociale, culturale e politica derivanti dalla loro identità, dalla loro storia, dalla loro esperienza. Questo è possibile attraverso l’ascolto, il confronto, lo scambio, il rispetto che rendono accettabile e dignitoso il ricevere e dare aiuto.

 

 

LE MOTIVAZIONI

Questo è il comandamento che abbiamo ricevuto da lui:

chi ama Dio, ami anche il suo fratello (1Gv 4, 21)

 

L’ideale di solidarietà che nasce dal sentirsi espressione dell’Amore di Dio spinge verso azioni ed interventi concreti

Ø      Vivendo, una vita impegnata per migliorare se stessi, gli altri e la realtà in cui si vive;

Ø      Partecipando al processo di liberazione ed auto-sviluppo dei popoli;

Ø      Perseguendo giustizia e libertà unite ad una coscienza critica di fronte alla realtà del mondo.

Le componenti, diversamente combinate tra loro, che permettono di realizzare questo “sì” ogni giorno della propria vita sono : la professionalità e la gratuità del servizio, la propria crescita e la realizzazione dell’altro.

 

LE “SENSIBILITA’ ” , GLI IMPEGNI

“Se offrirai il pane all’affamato,

se sazierai chi è digiuno,

allora brillerà fra le tenebre la tua luce…” (Is 58,10)

 

Ø      L’opzione preferenziale per i poveri

La solidarietà va espressa verso tutti gli esseri umani, ma con un opzione preferenziale per i poveri e gli ultimi. Per questo il servizio del volontario  è caratterizzato da uno spirito di “sobrietà” e di sacrificio, da un atteggiamento di ascolto e di attenzione ai valori culturali e spirituali dell’altro, da una condivisione dei destini degli uomini e dei popoli.

Ø      Il rispetto della cultura e la promozione umana

Il rispetto della persona, la difesa della vita e dei diritti, la promozione della giustizia e della pace e la salvaguardia del creato sono le scelte che concretamente fanno prendere coscienza della dignità umana favorendo così il riconoscimento del protagonismo delle comunità e dei popoli nella costruzione della propria storia.

Ø      La dimensione comunitaria

Il volontario giuseppino è inserito dentro una comunità che vive un forte legame carismatico e di fede ed una volontà di servire il prossimo per testimoniare la fraternità e la gratuità del Vangelo di Cristo, 

- esplicitando e condividendo la stessa passione educativa che accomuna,

- acquisendo una mentalità aperta al servizio ed una sensibilità alla disponibilità ed alla collaborazione.

Ø      Il primato del dono

Perché espressione dell’Amore di Dio per il povero, il volontario si fa dono gratuito e disinteressato al prossimo, particolarmente ai più bisognosi.

Il suo dono, però, non si riduce alla sola dimensione economica, sociale, culturale e politica, ma esplica la sua missione a servizio dell’uomo chiamato alla comunione di vita con Dio e alla fraternità universale, sul fondamento della giustizia e dell’amore.

 

LA FORMAZIONE

“Io avevo cura di loro.

Li traevo con legami di bontà,

con vincoli d’amore” (Os 11, 4)

 

Non ci si può improvvisare “volontari” solo sulle ali dell’entusiasmo senza un adeguato percorso formativo che aiuti a sfociare nell’opzione di vita a favore dei poveri e dei diseredati.

Formazione vuol dire vivere l’esperienza di volontariato come momento di crescita umana e spirituale attraverso una profonda relazione di fraternità ed amicizia, fatta anche, di convivialità, di lavoro insieme, di incontri di verifica e di confronto. L’ascolto fiducioso ed il dialogo diventano, così, occasione di formazione reciproca.

 

IL VOLONTARIATO COME STILE DI VITA

“Ogni volta che avete fatto queste cose

a uno solo di questi miei fratelli più piccoli,

l’avete fatto a me” (Mt 25,45)

 

L’esperienza di volontariato  non è una parentesi che si apre e si chiude.

La possibilità di rileggere la propria esperienza, la disponibilità a mettere a servizio della società civile e della comunità ecclesiale quanto maturato in loco, rende il volontario una preziosa risorsa capace di rianimare la cultura del dono all’interno della propria realtà.

 

 

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