15/11/2009

Scuola educatori dell'accoglienza 2009

 

La calda estate umbra, quest’anno è stata ancor più calda…si, perché a far “concorrenza” alla spiritualità del poverello di Assisi, c’era il carisma della famiglia murialdina, che imperversava tra gli ulivi e gli orti!

Un’incipit ad effetto, giusto per dire che dal 27 al 30 agosto, la scuola educatori dell’accoglienza si è tenuta a Palazzo d’Assisi (trattasi di un’amena e sperduta località delle vicinanze d’Assisi e non, come potrebbe sembrare, di una prestigiosa residenza del centro).

Obiettivo dell’incontro, ovviamente, ritrovarci e riposarci, riflettere e pregare, per ripartire con più slancio nella vita di ogni giorno, accanto ai giovani poveri ed alle loro famiglie.

Filo conduttore della riflessione, a dirla in breve e senza tanti giri di parole, è stato il tema dello “spiazzare”. I poveri ci spiazzano, perché ci costringono ad uscire dalle nostre comodità materiali, mentali e spirituali, per seguire le strade che i loro bisogni ci indicano; i compagni di lavoro e servizio ci spiazzano per il semplice fatto di avere storie di vita e punti di vista differenti dal nostro e non riconducibili ai nostri rassicuranti schemi; i giuseppini e i confratelli ci spiazzano, quando ci rendiamo conto che i venti del cambiamento ci hanno dato la percezione di essere spettatori e non protagonisti.

Ecco che torna attuale il concetto di “resilienza”(a lungo sviscerato nei lavori di gruppo), come capacità di adulti e bambini di reagire e resistere ai problemi ed alle complessità della vita, purchè ne vedano il senso e trovino un appiglio di cui valersi.

Sempre centrale la questione del senso! Senso inteso come significato, ma anche come direzione…senso da costruire insieme…senso da discernere nelle trame della provvidenza…Già a volte è faticoso tenere in equilibrio i 5 sensi…per non parlare del sesto senso (quello spirituale), che per sua natura fa ciò che vuole…a noi il compito di metterci in ascolto!

Ovviamente, queste altissime riflessioni, sono state farcite di pietanze succulente (mentre noi, per la fame eravamo succu-veloci e voraci), risate fragorose e clima di serenità, in perfetto stile murialdino doc (denominazione.origine.carismatica. cfr. CGXXI e circolare 12 del Generalissimo Padre).

Purtroppo per noi (ma soprattutto per loro…vista la positività dell’esperienza) molti erano gli assenti; compensati, però, dalla presenza di alcuni VIP degli alti ranghi della congregazione: Tullio, Danilo e Alejandro, passati a trovarci perché, diciamolo, con noi si sta bene.

In finale che dire? Un grazie a tutti per esserci stati.

Da ultimo, ma non ultimo, un ringraziamento a Leonardo Murialdo che ci ha ricordato il senso di tutta l’esperienza e del nostro esserci quotidiano laddove ciascuno si trova ad operare: “Ovunque vi siano anime in pericolo, fratelli, giovani che soffrono, là voglio correre, pronto a tutto sacrificare, a tutto dare”. Amen.

 

Andrea (Treviso)

 


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