Inserisci username e password nei campi sottostanti.
Username:
Password:

I nuclei famigliari

 

Questa forma di aiuto prevede l’accoglienza di minori e genitori in appartamenti reperiti nel territorio e preparati appositamente dalla comunità all’interno dei quali sono presenti in tempi e modalità preventivamente concordati, anche educatrici e/o educatori professionali.

L’intento è quello di realizzare percorsi di sostegno e di aiuto allo sviluppo delle autonomie personali e delle famiglie.

Dopo la segnalazione della situazione da parte dei servizi sociali competenti si procede perciò ad una serie di incontri di approfondimento e di programmazione che hanno lo scopo di far comprendere a fondo  ai genitori (ed eventualmente ai figli capaci di comprendere il percorso) gli scopi, le modalità e i tempi di presenza delle figure educative all’interno della vita familiare.

Tempi e modalità di intervento vengono perciò scelti e decisi da tutti gli attori partendo dalla reale situazione in cui la famiglia si trova. E’ fondamentale che il genitore o eventualmente la coppia, esprimano la loro personale e per quanto possibile ferma accettazione della proposta e di tutte le conseguenze che questa comporta sia a livello personale che familiare. L’esperienza ci ha fatto riscontrare come il passaggio da un primo momento in cui prevalgono atteggiamenti equivoci o timori, a quello in cui si sviluppano una maggiore serenità e un più ampio consenso alle proposte sia di fatto fondamentale per il proseguo dell’intervento e come ad essa si possa ricondurre il confronto nei momenti in cui è necessario ritornare alle decisioni originali e alle loro motivazioni. Per questo crediamo sia di fondamentale importanza il coinvolgimento degli adulti fin dalla progettazione dell’intervento. Si tratta di una fase che dura almeno tre mesi ed è segnata da più incontri con il Servizio sociale di riferimento, il coordinatore delle accoglienze dei nuclei familiari e il direttore della comunità.

Solo dopo la conclusione positiva di questa fase, e a partire dal momento in cui giungerà il consenso definitivo dei servizi sociali, si procede ad individuare e preparare la struttura e l’organizzazione necessaria.

L’avvio del progetto sostanzialmente consiste nell’accogliere un nucleo in  un luogo protetto e controllato per poter operare in vista di uno sviluppo delle capacità genitoriali del singolo genitore (o della coppia) e della sua responsabilità e autonomia personali, permette di agire per la tutela e lo sviluppo dei figli e favorisce l’inserimento nel territorio dei diversi membri del nucleo familiare 

Tali obiettivi sono realizzabili solo attraverso uno stretto rapporto tra l’ente pubblico, la comunità, e le risorse del territorio. La realizzazione pratica prevede queste modalità (che però possono variare a seconda delle esigenze):

·         accoglienza della famiglia in un appartamento della comunità  (una collocazione  che permette una conduzione completamente autonoma e indipendente ma rimane sostanzialmente “territorio della comunità”)

·         presenza di operatrici – educatrici (esempio: una al mattino, con l’obiettivo di aiutare nella cura della casa, nelle faccende domestiche, nel maturare nell’attenzione a sé e ai bambini, accettare e vivere il ruolo genitoriale…; una seconda (o un secondo) al pomeriggio che concentra maggiormente l’attenzione sui bambini aiutandoli ad acquisire i ritmi di una normale famiglia, favorisce le relazioni con il genitore (o i genitori), opera per un loro inserimento nel territorio, li aiuta nello svolgimento dei compiti scolastici e nella gestione del tempo libero…)

·         eventuale ulteriore presenza di una persona adulta la sera e la notte  (a volte esplicitamente richiesta,  questa ulteriore forma di aiuto ha lo scopo di venire incontro al bisogno manifestato di avere una persona femminile di appoggio per le sere e le notti. Si pensa ad interventi in progressiva diminuzione in funzione della maggiore autonomia che la famiglia stessa saprà acquisire)

·         colloqui di sostegno psicologico al fine di favorire la relazione genitore  – bambini, ma anche la relazione nel sottosistema dei fratelli, a volte si possono proporre percorsi di aiuto attraverso degli incontri con cadenza quindicinale di circa un’ora. L’obiettivo è quello di creare uno spazio psicologico in cui i vari componenti del nucleo familiare possono permettersi di esprimere i dubbi, le perplessità, le incertezze che  nasceranno da questa nuova convivenza.

·         Colloqui di sostegno pedagogico  hanno lo scopo di aiutare i genitori a verificare le loro prassi educative, ad acquisire nuove modalità di intervento, a sviluppare nuove e più profonde attenzioni verso i figli. Possono essere pensati a cadenza variabile e sono condotti generalmente dal coordinatore del progetto o dal direttore della comunità

·         creazione di una rete di risorse attorno alla famiglia  la comunità aiuta la famiglia a costruire rapporti con insegnanti della scuola, con responsabili della scuola materna, con catechisti e animatori per un inserimento dei minori nelle scuole, nella parrocchia, nella vita del quartiere. Particolarmente da valorizzare sono ancora le iniziative di educazione sportiva presenti nel territorio ma soprattutto famiglie di appoggio in servizio volontario.

·         periodici contatti con l’ente pubblico a cui è affidata la famiglia (si prevedono frequenti incontri tra i referenti dell’ente pubblico, gli educatori impegnati con la famiglia, l’èquipe educativa della comunità).

La durata del progetto del progetto è stabilita tenendo in considerazione i bisogni della famiglia e le risorse che il servizio pubblico competente intende investire.

 

 

ACCOGLIENZA NUCLEI FAMILIARI IN ITALIA

 
Comunità Murialdo     Treviso

 

 

Versione per stampa
 
2007 © Congregazione di S. Giuseppe - Giuseppini del Murialdo - Tutti i diritti riservati • Informativa sulla Privacy
Design & CMS: Time&Mind