Pastorale e territorio
Il nostro impegno apostolico
7. Confermiamo il nostro impegno ad amare, educare e servire i giovani più poveri, che nella nostra realtà territoriale sono particolarmente numerosi e vivono spesso situazioni di grave disagio, per mancanza di risorse e di prospettive. Ma, come educatori giuseppini, siamo anche coscienti che per essere incisivi nel cuore dei giovani e nel contesto sociale, dobbiamo far leva sugli aspetti positivi che abbondano anche nel contesto africano, quali il senso della gioia, della festa, il senso della comunità e del gruppo, il rispetto per l’autorità e l’amore per la famiglia, la sensibilità religiosa, il desiderio di essere protagonisti del proprio sviluppo, lo spirito di accoglienza, di ospitalità, di solidarietà e condivisione.
Internazionalità e interculturalità
8. Nello spirito del nostro XXI capitolo generale, siamo consapevoli di essere in prima linea nel vivere l’internazionalità e l’interculturalità. Ci impegniamo a favorire questo processo, accogliendo qualsiasi giovane senza discriminazioni di sorta, ma senza rinunciare a trasmettere la nostra identità cristiana, nell’educazione ai valori e nella testimonianza della nostra vita.
Famiglia del Murialdo
9. Siamo consapevoli che il cammino della Congregazione nello spirito di condivisione con i laici e nella Famiglia del Murialdo è una “strada senza ritorno”, anche se siamo coscienti che, nella realtà africana, esso va ancora in parte percorso. Superando il rischio di qualche titubanza e diffidenza, vogliamo porre nel sessennio alcuni segni concreti della volontà di procedere in questa direzione, costituendo, ad esempio, nelle nostre opere tavoli di partecipazione con la presenza dei laici, invitando le famiglie dei confratelli ad un incontro annuale nella comunità più vicina, curando la formazione carismatica dei nostri collaboratori.
Laici collaboratori e famiglie
10. Pur tenendo conto della diversità di ambienti e di possibilità, riteniamo importante, per una più efficace inculturazione e azione educativa, curare la relazione con i nostri collaboratori laici e le famiglie dei nostri ragazzi e giovani.
Il rapporto con il territorio
11. Crediamo che anche le nostre presenze in Africa debbano curare la relazione con il territorio circostante, per evitare il rischio che le opere vivano in modo chiuso o autoreferenziale. In particolare va curato il rapporto:
- con le chiese locali, partecipando ad incontri diocesani e inserendosi nei relativi organismi;
- con le altre Congregazioni religiose, soprattutto quelle più vicine al nostro carisma;
- con altri enti umanitari (associazioni, ong, …) e con gli enti pubblici locali, per far crescere una cultura di collaborazione e di attenzione verso i poveri, incidendo sulle scelte politiche e legislative, realizzando eventuali progetti comuni o accedendo a possibilità di finanziamento
Campi di apostolato e attenzioni prioritarie
12. I campi della nostra azione apostolica, pur essendo diversificati, devono avere sempre l’attenzione prioritaria per i bambini, i ragazzi e i giovani: scuole, centri professionali e mondo del lavoro, case famiglia, pastorale giovanile nelle parrocchie, oratori, emarginazione, …; l’impegno dei confratelli deve essere orientato primariamente all’ animazione dei giovani, alla cura della loro crescita umana e spirituale.
Scuole e centri professionali
13. La nostra presenza nel West Africa è stata orientata sin dall’inizio primariamente all’attività educativa scolastica e professionale, scelta che si è rivelata strategica e lungimirante. Pur riconoscendo le difficoltà gestionali ed economiche che essa comporta, riaffermiamo la validità di questa scelta che deve continuare, anche se deve fare ulteriori passi nell’affidamento di responsabilità a laici, nella maggior cura dell’aspetto formativo e dell’animazione e nella ricerca di strade di auto sostentamento economico.
Attività socio-caritative e umanitarie
14. L’impegno della Congregazione per le attività di tipo sociale ed umanitario (sostegno a distanza, interventi caritativi e sanitari, progetti nei villaggi, …), oltre a suscitare una consistente sensibilità e risposta da parte di molti benefattori è un segno bello e positivo di attenzione ai più poveri e al territorio, che, nei limiti delle nostre possibilità, intendiamo continuare. Raccomandiamo che tali attività, anche quando sono seguite direttamente da un solo confratello, siano sempre condivise e approvate a livello comunitario, per individuare scelte e priorità, con una comunicazione frequente e con trasparenza, in base a quanto eventualmente stabilito anche nel Regolamento di Delegazione. Senza escludere del tutto la possibilità di sostegno economico a singole persone o famiglie, riteniamo preferibile che gli interventi caritativi siano orientati alla realizzazione di micro progetti, in linea con il nostro carisma, che beneficino bambini e ragazzi in modo collettivo.
Volontari e visitatori
15. Consideriamo un grande dono la possibilità di accogliere nelle nostre opere visitatori e volontari, giovani e adulti, provenienti dall’estero, per vivere esperienze di conoscenza e condivisione della realtà africana e collaborare nelle attività educative e nel lavoro manuale. Constatiamo con piacere le frequenti richieste di trascorrere un tempo più o meno prolungato nelle nostre missioni africane e ne siamo riconoscenti. Al tempo stesso però chiediamo che la loro presenza sia regolamentata e autorizzata, perché siano garantiti i requisiti minimi nella scelta delle persone, nella loro preparazione, nelle loro motivazioni, nel loro inserimento progettuale nell’opera, nel rapporto con la comunità locale e negli eventuali aspetti economici.
Commissione di pastorale della Delegazione
16. Nonostante qualche difficoltà di comunicazione e di trasporto, riteniamo opportuno che il consiglio di Delegazione studi le modalità di costituire una commissione per la pastorale Giuseppina per un opportuno confronto, discernimento e scambio anche tra le diverse nazioni, favorendo anche l’inserimento nel cammino di Congregazione dei Giovani della Famiglia del Murialdo.
Piano pastorale pluriennale
17. Chiediamo che ogni comunità elabori entro il 2007 un piano pastorale e apostolico pluriennale, in cui venga pianificato il cammino dell’opera per almeno un triennio, relativamente allo sviluppo delle attività, agli interventi strutturali, agli aspetti economici. Inoltre raccomandiamo che eventuali domande per interventi edilizi e strutturali, che esigono autorizzazione, siano accompagnate non solo dal preventivo, e dal piano di finanziamento, ma anche da una relazione pastorale che ne esplichi la corrispondenza al carisma, l’utilità, le modalità di uso, i soggetti che ne usufruiranno e le motivazioni della scelta.
ENGIM Internazionale - ONG
18. Vediamo con favore la possibilità di collaborare con l’Engim - ONG, come risorsa a servizio della solidarietà e della mondialità, anche se auspichiamo che essa divenga sempre più autonoma nella preparazione e realizzazione dei progetti, che non dovrebbero essere troppo grandi, e che vanno comunque sempre condivisi e approvati anticipatamente alla loro elaborazione, soprattutto se coinvolgono la comunità e l’opera Giuseppina locale. Inoltre auspichiamo che la nostra ONG si attivi per il riconoscimento giuridico nei vari paesi con un proprio ufficio in loco.