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Volontariato internazionale

 

Premessa

Il continuo confronto e la incessante riflessione sul modo di incarnare, alla luce dei segni dei tempi, i principi ispiratori della azione di Organismi di volontariato internazionale cristiano, sono la caratteristica peculiare della nostra stessa realtà. Riverificare, in chiave culturale ed alla luce della Parola, la pratica dei valori del volontariato e le concrete modalità di impegno dei volontari richieste dalla situazione odierna, per far emergere una sintesi condivisa sul nucleo della proposta del volontariato internazionale cristiano è l’obiettivo principale di questo documento. Tale documento, un punto di partenza e non già di arrivo che, come tale, è suscettibile di continui miglioramenti e continue verifiche nella pratica, intende rappresentare un strumento per orientare la riflessione sul proprio agire.

 

1. Il servizio di volontariato internazionale

L’esperienza maturata nei Sud del Mondo e la conseguente comprensione della articolazione delle cause del "malsviluppo" intrise di errori storici, distorsioni politiche, interessi economici e conflitti di potere, ha cancellato ogni illusione della prima ora circa la possibilità di influire, in modo rapido e positivo, sui destini dell’umanità. Se a questo si aggiungono la complessificazione del contesto delle società di appartenenza e le conseguenze legate al fenomeno imperante della globalizzazione, possiamo in parte spiegare la grande diversificazione delle "espressioni" con cui oggi, anche all’interno della Federazione, si concretizza il servizio di volontariato internazionale. La molteplicità dei carismi, se protesa a testimoniare l’universalità del Vangelo e così contribuire alla definizione di una "spiritualità" di comunione, costituisce la multiforme ricchezza che scaturisce dalla libertà che Dio ci lascia nello scegliere come inserirci nella Storia della Salvezza che Egli conduce.

Oggi all’interno degli organismi della Federazione vi è la compresenza di espressioni diversificate di servizio alle popolazioni dei Sud. Al fianco delle presenze più tradizionali di volontari di lungo periodo impiegati in progetti di sviluppo, gli organismi impiegano anche personale per brevi periodi. Ciò si verifica, ad esempio, nelle situazioni di emergenza così frequenti nei Sud, anche se queste presenze devono sempre essere inserite in una programmazione tesa alla costruzione di relazioni durature di partenariato che suscitino e promuovano dinamiche di autosviluppo locale.

 

Il servizio di volontariato internazionale cristiano

Valori, scelte, metodologie e principi ispiratori

La complessità delle realtà in cui operano gli organismi ed i loro partner locali, la costruzione di rapporti di partenariato autentico, richiedono a volte l’impiego di professionalità reperibili a condizioni economiche assimilabili a quelle dettate dal mercato.

 

Per contro, sempre più spesso, si ricercano risposte concrete alla crescente disponibilità di giovani desiderosi di porsi al servizio delle popolazioni dei Sud mediante la creazione di apposite iniziative che canalizzino ed orientino queste risorse verso impegni più qualificati e duraturi.

Fra questi vanno annoverati quei giovani che, in alternativa al servizio di leva obbligatorio a norma di legge scelgono il servizio di volontariato internazionale e che vengono inseriti nell’ambito dei programmi di cooperazione allo sviluppo promossi dalle ONG nei Paesi del Sud del mondo. In questi casi ci sembra fondamentale l’attenzione da parte delle ONG a che questi giovani nutrano una motivazione autenticamente orientata alla solidarietà internazionale vissuta come occasione per realizzare gli ideali di pace che devono fondare tale realtà.

La professionalità e la gratuità del servizio, la disponibilità personale e la programmazione, la propria crescita e la realizzazione dell’altro, la tutela e garanzia istituzionale e lo spirito di rinuncia, sono le componenti che, diversamente combinate tra loro, consentono di rispondere adeguatamente alle esigenze espresse dalle realtà dei Sud che sempre motivano ed attivano le iniziative di volontariato.

Il quadro entro il quale leggere il nostro volontariato internazionale cristiano è quello costituito da un lato dalla cooperazione internazionale e dall’altro dalla vocazione missionaria della Chiesa.

L’istanza etica alla quale ci rifacciamo e che può almeno in parte eliminare l’ambiguità delle finalità della cooperazione rendendola "più giusta", è che essa si ispiri ai valori della solidarietà: che sia cioè animata dalla ricerca del bene comune.

Il nostro studiare e cercare di comprendere e modificare i complessi problemi dello sviluppo dei popoli, il nostro trattare le cose dell’ordine temporale nelle questioni di carattere sociale, culturale, politico e tecnico, è orientato al loro ordinamento alla luce della Parola di Dio.

La preghiera, l’Eucarestia, la vita quotidiana nelle nostre Comunità, il Magistero sono le fonti cui attingiamo le energie decisive per il nostro operare.

Ciò non mortifica, ma al contrario vivifica, il nostro pieno coinvolgimento nelle strutture e nelle istituzioni civili ed ecclesiali attive nella cooperazione e nella solidarietà internazionale. La tensione a modificare ed orientare ai bisogni delle popolazioni dei Sud le politiche e le risorse delle istituzioni nazionali ed internazionali accompagna costantemente il nostro agire quotidiano.

La salvaguardia della nostra autonomia decisionale ed operativa nei confronti delle istituzioni si verifica nella costante collaborazione con esse intrattenuta. L’essere espressioni della società civile ci da la credibilità e la ragione per essere co-protagonisti nella definizione delle politiche e nella gestione delle risorse delle istituzioni pubbliche. Sentirsi profondamente appartenenti al popolo di Dio ed alla Chiesa ci spinge alla continua ricerca ed alla fattiva costruzione della comunione della Chiesa universale.

 

2. L’opzione preferenziale per i poveri

Il nostro essere operatori di solidarietà è indirizzato a tutto l’uomo ed a tutti gli esseri umani. Per questo il nostro servizio non può essere disgiunto da uno spirito di povertà e di sacrificio, da un atteggiamento di ascolto e di attenzione ai valori culturali e spirituali dell’altro, da una capacità di autentico dialogo interculturale ed interreligioso, da una testimonianza di condivisione e di compassione dei destini degli uomini e dei popoli.

Il rispetto della persona, l’opzione preferenziale per i poveri, la difesa dei diritti e la promozione della giustizia e della pace, la salvaguardia del creato sono le scelte che concretamente ci fanno operare per la presa di coscienza della dignità umana che favorisca il riconoscimento del protagonismo delle comunità e dei popoli nella costruzione della propria storia.

 

3. Il partenariato con le realtà dei Sud

Il rapporto di partenariato con le realtà dei Sud con cui operiamo è lo strumento principe della nostra metodologia di azione. Il dialogo, il confronto costante, la condivisione delle risorse, delle dinamiche e dei tempi sono gli strumenti di cui vogliamo dotarci per essere al servizio di tutte le donne e gli uomini con cui instauriamo un rapporto di prossimità.

La corresponsabilità nei processi decisionali, la compartecipazione dei poteri e la reciprocità di progettazione degli interventi sono le basi metodologiche della nostra azione.

 

4. Promozione dello sviluppo sostenibile e partecipato

Il nostro cooperare solidariamente con i popoli dei Sud è teso alla promozione di uno sviluppo sostenibile e partecipato. Esso non può essere ridotto alla sola dimensione tecnico-economica; non può basarsi sulla mera semplice accumulazione di beni e di servizi, ma comporta un’equa distribuzione di questi e ancor più la liberazione da ogni forma di schiavitù che assoggetta l’uomo. Cooperare significa rispondere alle profonde esigenze dell’uomo nel pieno rispetto delle mentalità e delle culture.

L’appiattimento del servizio di volontariato alla mera fornitura di assistenza tecnica alle realtà dei Sud è, oltre che riduttivo, fonte di ulteriore confusione con altre figure operanti nel campo della cooperazione internazionale.

La denuncia unita alla capacità propositiva per un cambiamento sono elementi imprescindibili dal servizio di volontariato. Per questo riteniamo che questo abbia anche una profonda dimensione politica essendo chiamato a contribuire alla instaurazione di condizioni di giustizia combattendo tutti gli ostacoli costituiti dalle strutture realizzate dall’egoismo umano e dal desiderio di dominare.

Il volontario internazionale è manifestazione di solidarietà tra individui e tra comunità, di universalità e di pace, di disponibilità e di servizio, del primato dell’amore e della carità. La professionalità e le competenze dei volontari non basterebbero da sole a giustificare l’invio di persone anche se rimangono elemento portante degli interventi promossi dagli Organismi della Federazione. Idealità e professionalità sono le due componenti da valorizzare in reciproca sintonia vivendole con pari preoccupazione.

 

5. Formazione e orientamento dei volontari

La scelta di volontariato è fondamentalmente un’opzione personale. E’ la risposta propria ed originale all’aver ascoltato la voce degli oppressi ed il loro grido di liberazione. E’ la decisione di optare per uno stile di vita che subordina il modo di vivere e di ordinare la propria personalità a valori umani e spirituali. E questo è indipendente dal periodo di servizio concretamente prestato in un Paese dei Sud che può essere limitato nel tempo. Questo stile deve essere prima della partenza e protrarsi dopo il rientro arricchito dalla eccezionale esperienza di condivisione condotta durante il servizio. In questo trova spiegazione la componente di "tornaconto" personale della scelta di volontariato riconosciuta dalla grande maggioranza dei volontari e, al tempo stesso, si giustifica positivamente la motivazione, sempre presente ma non altrettanto ammessa, di desiderio di crescita ed arricchimento personale.

Gli Organismi, quali garanti della dimensione progettuale e comunitaria del servizio volontario, devono assumere e valorizzare queste tensioni affiancandole ad un instancabile lavoro di animazione e orientamento dei propri volontari. La centralità della persona e la visione dell’uomo che discende dalla Parola devono potersi esplicitare anche nei confronti dei volontari, riservando ad essi adeguati percorsi formativi e di accompagnamento che consentano la piena realizzazione delle aspettative personali.

E’ in tale contesto che i nostri Organismi sono disposti ad accogliere ed inviare persone che non condividono la fede cristiana, purché disponibili ad un pieno rispetto delle scelte dell’organismo che si traduca altresì in atteggiamenti concreti non contraddittori.

Questi presupposti rendono necessario un adeguato periodo di formazione che gli Organismi garantiscono ai candidati volontari prima della partenza e durante il loro servizio in loco. Tale formazione considera, oltre gli aspetti e le problematiche legati alla realtà di impiego del volontario, al progetto ed al settore in cui essi presteranno servizio, gli ambiti di cultura e spiritualità che sottendono ogni impegno concreto potendo contare su una durata adeguata. Consapevoli che la necessaria maturità umana e spirituale richiesta ai volontari non può essere raggiunta nei tempi seppur lunghi di formazione previsti dagli Organismi si tende a selezionare e formare persone che hanno già maturato esperienze di servizio in realtà ecclesiali e civili di provenienza. Il collegamento con realtà nazionali di volontariato e impegno civile diventa ambito privilegiato e sinergico dal quale attingere i volontari e nel quale far rifluire le esperienze acquisite.

 

6. I volontari rientrati come risorsa

Il volontariato-scelta di vita deve poter contare su di un adeguato sostegno e su di una opportuna programmazione del dopo servizio al rientro in Italia. La possibilità di rilettura della propria esperienza disponendo di adeguati mezzi e risorse, la messa al servizio della società civile e della comunità ecclesiale dell’esperienza maturata in loco sono oggetto di programmazione e di intervento da parte degli Organismi.

I volontari rientrati costituiscono una preziosa risorsa capace di riorientare l’operato degli organismi. Essi sono testimoni di uno stile di vita fondato sull’interdipendenza tra i popoli e le culture. Sostenerli nei loro sforzi di non omologazione alle logiche imperanti nelle società dei Paesi ricchi, e valorizzarli quali testimoni del necessario cambiamento degli stili di vita del Nord del mondo è impegno fondamentale per gli Organismi di riferimento. La presenza crescente di immigrati dai Paesi dei Sud nella società italiana le problematiche connesse alla nuova dimensione interculturale ed interetnica del nostro Paese, sono un esempio degli ambiti su cui innestare proficuamente i volontari che hanno avuto la possibilità di condividere e convivere con le realtà da cui gli immigrati provengono e di verificare con esse i propri sistemi valoriali.

Documento approvato dall'Assemblea FOCSIV dell'11-12 dicembre 1999

 
 
 
 

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