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Pastorale Giuseppina in Africa

 

Documento presentato in occasione dell’Incontro internazionale dei referenti di pastorale giovanile nella Famiglia del Murialdo - Orduña (Spagna) 31 ottobre – 4 novembre 2007

 

Premesse e Informazioni

-     Le presenze in Africa sono una realtà “giovane” nella Congregazione. Siamo presenti da 30 anni in Sierra Leone, da 26 in Guinea Bissau e da 11 in Ghana.

-     La Delegazione Africa poi è giovanissima, avendo solo un pochi  di vita. Muove i suoi primi passi in maggiore autonomia dalla Provincia Italiana che l’ha generata e ancora la sostiene molto. Una buona relazione è cresciuta anche in questi anni con la Provincia Brasiliana

-     I confratelli sono 36, di cui 16 di voti temporanei. L’età media è di circa 40 anni. Vi sono inoltre 9 novizi, 5 postulanti e vari aspiranti. Le comunità sono 6: 3 in Sierra, 2 in Guinea e 1 in Ghana. 2 sono case di formazione, 4 centri di formazione professionale, 1 scuola, 2 parrocchie e relative attività giovanili, ministero, cappellanie e catechesi. Vi sono poi varie attività di carattere socioassistenziale: case famiglia, appoggio scolare, piccoli interventi in campo sanitario, sostegno economico a famiglie, corsi di alfabetizzazione, costruzioni in villaggi (piccole scuole, pozzi, magazzini, dispensari, …), …

-     Pur nella ricchezza e varietà degli interventi di pastorale Giuseppina in Africa, e con un crescente senso di appartenenza alla nuova realtà unitaria della Delegazione che ha avuto un suo momento significativo nel Primo Capitolo dello scorso aprile, occorre considerare che la presenza di due lingue, le distanze e le difficoltà di comunicazione, il livello socio-economico delle nazioni in cui siamo presenti, la giovanissima età della nuovo organismo di Delegazione, il contesto multireligioso e di evangelizzazione o pre-evangelizzazione, ed altri aspetti culturali … rendono ancora prematuri alcuni discorsi che in altre province della Congregazione hanno già fatto un certo cammino: coinvolgimento dei laici, Famiglia del Murialdo, progetti formativi, commissioni, ecc…

 

Considerazioni

-     La consapevolezza di lavorare e servire i bambini, i ragazzi e i giovani nelle nazioni tra le più povere in assoluto del pianeta, costituisce una notevole spinta carismatica interiore per tutti i confratelli della Delegazione. La dedizione come Giuseppini alla pastorale giovanile ci rende chiaramente riconoscibili in Africa, in rapporto ad altre Congregazioni religiose dedite piuttosto più in generale alla missione “ad gentes” (Saveriani, Spiritani, Padri Bianchi, PIME, …) ed è anche la ragione per cui alcuni giovani, pur provenendo da esperienze vocazionali diocesane o presso altri Istituti, chiedono di poter entrare nella nostra famiglia religiosa.

-     L’attività apostolica dei confratelli nelle scuole, nei centri professionali, nelle parrocchie e nelle attività assistenziali e di animazione è consistente, favorita dal numero elevato di presenza e di risposte giovanili. Occorre però anche registrare a volte un certo sbilanciamento del lavoro dei confratelli sul versante tecnico-pratico, economico e gestionale rispetto a quello più propriamente educativo, formativo e di animazione culturale, spirituale e religiosa. E’ sempre latente la tentazione di rapportarsi ai ragazzi e ai giovani africani in rapporto a quello che non hanno, con il rischio di assumere atteggiamenti paternalistici e assistenziali. Per questo il capitolo ha insistito sull’ importanza di saper far leva sugli aspetti positivi dei giovani dei paesi in cui siamo presenti, privilegiando la relazione umana, la compagnia, la condivisione dei valori e i cammini formativi. C’è ancora strada da fare.

-     Il rapporto con il territorio e con altre realtà di chiesa e non (diocesi, Congregazioni, ONG, enti pubblici, famiglie, …) se da un lato è vissuto con una certa frequenza, rimane un obiettivo da perseguire in alcune sedi in modo più aperto e convinto per evitare il rischio di una certa autoreferenzialità e di opere un po’ troppo chiuse in se stesse.

-     Oltre ai campi tradizionali e più istituzionali della nostra pastorale, in Guinea Bissau e In Sierra Leone viene data un’attenzione particolare alle attività caritative ed umanitarie, che incontrano una notevole sensibilità presso i benefattori italiani. Nonostante gli immensi e primari bisogni delle popolazioni locali e la grande dedizione di alcuni confratelli, non manca in altri qualche perplessità sulle modalità di gestione di questi aiuti, specie se sono troppo personalizzati, se si limitano a distribuire denaro, se appaiono difficilmente applicabili per i confratelli locali in futuro e se sembrano a volte alterare un corretto rapporto educativo e missionario. Il lavoro di questo primo anno di vita della Delegazione è stato di mappare l’esistente, riordinare alcuni aspetti in base alle linee decise dal Capitolo africano, e gli incontri personali e di comunità, oltre ad alcune indicazioni delineate dal Consiglio di Delegazione. Il leit-motiv è che noi non possiamo essere una ONG, ma siamo principalmente una Congregazione di educatori. Molte di queste attività umanitarie potranno opportunamente passare all’Engim, se la nostra ONG sarà in grado di assumerle e gestirle.

-     Circa il cammino di condivisione con i laici nella Famiglia del Murialdo, pur riconoscendo il valore del cammino di condivisione carismatica con i laici, occorre riconoscere che in Africa è una strada ancora in buona parte da percorrere. Il Capitolo dell’Africa aveva però indicato almeno alcuni possibili percorsi: a) costituzione di tavoli di partecipazione con la presenza dei laici nelle nostre opere; b) invito alle famiglie dei giovani confratelli locali ad un incontro annuale nella comunità più vicina; c) cura della formazione carismatica dei nostri collaboratori; d) attenzione al rapporto con le famiglie dei nostri allievi; e) condivisione anche di alcuni momenti di vita comunitaria con i laici. E’presto per valutare i passi compiuti in questi pochissimi mesi, ma questo sarà un punto di precisa verifica nella prossima relazione morale delle comunità nel 2008.

-     La presenza di visitatori e volontari nelle nostre missioni africane è sempre significativa: il Consiglio di Delegazione sta regolamentando un po’ questa materia con indicazioni precise, in dialogo con la Provincia Italiana. Per i confratelli anche questo lavoro di accompagnamento dei volontari è una forma di attività apostolica, specie quando si tratta di giovani.

-     Non è stata ancora costituita una commissione di pastorale della Delegazione, sempre per le difficoltà dei trasporti e delle comunicazioni. Il Consiglio, alla luce delle deliberazioni capitolari sta tentando di individuare possibili strade.

 
 

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