Inserisci username e password nei campi sottostanti.
Username:
Password:

 
L’ATTENZIONE AI SEGNI DEI TEMPI



Questa frase è diventata famosa dopo il Concilio Vaticano II. E’ chiaro che non la si può trovare nel Murialdo. Ma l’atteggiamento che essa esprime fu certamente una sua caratteristica: saper guardare alle situazioni in cui egli viveva come a chiamate del Signore, appelli all’impegno nel servizio ai giovani.

In un suo intervento al congresso cattolico piemontese del 1880 egli invitava gli ascoltatori a «volgere lo sguardo intorno» a loro, ad aprire gli occhi sulla realtà dei giovani poveri, dal punto di vista economico e morale. Ne traeva poi la conclusione della grande necessità di opere educative (allora erano soprattutto i collegi). «Finora si era pensato molto ai giovani benestanti. Ma collegi per gli abbandonati, per gli orfani, collegi nei quali si insegnasse il lavoro con cui guadagnarsi il vitto, o non esistevano, o erano molto rari. E tuttavia se ne sentiva l’assoluta necessità» (S. Leonardo Murialdo,Scritti, IX, p. 8).

 

 

2.1 «Volgete un istante lo sguardo attorno a voi...» (approfondimento)

Il 14 settembre 1880 il Murialdo tenne un discorso al secondo congresso cattolico piemontese che si stava svolgendo a Mondovì, in provincia di Cuneo. Il suo appello affinché ci si accorgesse dei giovani poveri era finalizzato ad un aiuto materiale, ma ancor di più educativo e religioso.

«Volgete un istante lo sguardo attorno a voi. Vedete quanti ragazzi poveri, abbandonati, traviati, in città e in campagna. Vittime infelici della miseria, e sovente del vizio altrui, vagano per le vie, per le piazze, per i prati e per i campi. Sono orfani, o sono stati abbandonati dal padre, emigrato in un lontano paese. Non hanno nessuno che insegni loro quale sia il loro nobile destino, che faccia amare loro la virtù, che li aiuti a fuggire il vizio, che hanno abbracciato, senza conoscerne o valutarne del tutto l’orrore.

In balia di se stessi, accomunati a giovani più adulti negli anni e già esperti nel delitto, crescono nell’ozio, nell’ignoranza e nella schiavitù delle passioni che ora sono ancora nascenti, ma che, se non vengono combattute, cresceranno come giganti.

Ecco il popolo dell’avvenire; esso sarà quello che lo avrete fatto: cristiano o empio, sottomesso alle leggi o rivoluzionario. Questi fanciulli, divenuti fra poco uomini, frequenteranno la chiesa o la bettola, vivranno del loro lavoro o di furto e rapina, saranno l’onore della famiglia o gli iscritti alle logge antisociali, difenderanno la patria o incendieranno i monumenti.

Oggi voi potete avvicinare questo piccolo popolo, educarlo, farlo cristiano. Domani sarà troppo tardi: esso vi sfuggirà, sedotto dalle dottrine dell’incredulità.

E’ una delle questioni più gravi quella che si affronta nell’umile e silenzioso lavoro degli istituti di educazione popolare. Riflettete a questo grande pericolo sociale e venite a porgere una mano a chi tenta di scongiurare i pericoli che minacciano la società» (S. Leonardo Murialdo, Scritti, IX, p. 153).

 

P. Giovenale Dotta

 
2007 © Congregazione di S. Giuseppe - Giuseppini del Murialdo - Tutti i diritti riservati • Informativa sulla Privacy
Design & CMS: Time&Mind